UNA VOLTA

Asseconda il piacere nel gustar e toccar la dorata pelle dell’amata ma, prima, impara a conviver con il dolore, e con le sanguinose battaglie, che, a causa dello splendor che emani, normalmente condurrai.

Ciò che incontrerai sarà il tuo specchio. Riflettine.

Ogni volta che sottrai denaro e uccidi l’onesto, ricorda la sorte cui condannerai i miseri figli, nemmeno colpevoli di averti padre.

Una volta sposato uno scopo, custodiscilo come un figlio, e fa’ che quello venga prima della tua esistenza, conscio che vivrà più a lungo e salverà altre vite.

Preferisci posseder pochi beni ma nessun timore.

Una volta visto o letto conosci.

Anche tu, ricorda che la guerra è un mezzo non uno scopo! Lo scopo ultimo è osservar il mondo sorridente, come lo eri prima di salutarlo.

F.P. da Aforismi

ECHI

Se combatti celandoti, sarai inghiottito dalla stessa tua ombra, che più non riconoscerai.

Ricordate quella splendida e gentile fanciulla? Dimenticatela. Ne incontrerete l’opposto.

Fa’ che il tuo insegnamento produca un eco nel tempo, e renditi lieto per averlo realizzato.

Non trattenere rancore o rabbia. Ricorda la fine cui ogni essere misero è destinato.

Lascia che il tuo impulso ti guidi, come ogni temporaneo uomo, ma dagli un controllo con la ragione, conscio che esso è carne, e com’essa fragile. Poi agisci e non te ne pentire.

Respira gratitudine. Seppur circondato da avvoltoi collegati, ti è stato concesso il denaro, la temerarietà, la potenza e l’accordo dell’Universo per combatterli. E tu ne costruirai il tuo scopo e il tuo scrivere, conservandone il patto. Respira e, indi, con dolcezza, sussurra un grazie.

Abbi cura di non dar nulla per scontato.

Con te, mio amor, stanco e affaticato dai tramonti, terminò una battaglia, forse anche un’esistenza. Or qui ne intraprese il seguito, ricordando nel cor quei trascorsi, oramai andati, come insensate le nuove albe.

F.P. da Aforismi

LA RISPOSTA

Uomo valoroso, ti ammiro battagliar,

e senz’ombre il tuo volto immobile,

forse pure i sentimenti, un tempo vividi,

all’alba di un nuovo dì oscurato da nubi disoneste,

di cui presto scoprirai l’entità.

Ma nessuna tristezza o lamento intravedo scuoter il cuor,

insieme la potente mente e membra,

all’ardente piacer che avvolse il confine del tuo camminar,

e che da quando scopristi ne rimanesti assuefatto,

e, mai più abbandonasti, seppur intrecciato con la tua ombra.

Ti chiedo, fragile, al tuo cospetto, e, al tramonto di anni trascorsi e giudicati,

come guerre lontane, confuse e infinite,

uguali alle stesse ombre di quei corpi adagiati sul corrotto vivere,

che neppur oserei chiamar tale, come fai?

“Figlio mio,

è il tempo, che addolcisce l’anima irrequieta e il corpo guerrier,

il tempo, che scandirà ogni atto nefasto,

che indurrà tristi destini,

che porterà alla luce ciò che ne nacque da queste battaglie,

sol esso il mio audace sostegno!”

F.P.