Per quel ti voglio bene negato per anni e ancora infiniti anni lo negheranno,
per non aver carezzato dolcemente il suo volto che in là mirava, prima che le sue palpebre tangessero la fine,
per aver trascorso un’insensata esistenza assoggettato ad un disonesto tiranno,
per non aver scovato un pizzico di coraggio in una miserabile vita,
per aver proferito milioni di sì, sottacendo le malefatte che, poi, inevitabilmente ti travolsero,
per aver avallato l’agire corrotto e infimo per guadagnar noccioline, da restituire nelle buie celle,
per aver costruito giri di parole ampollosi e speranzosamente convincenti, quando potevi ammettere che figuravi tra i malfattori,
per aver architettato tutto ad arte risultandone l’attore sconfitto, capace neanche di recitare
ma da biasimare,
per non aver per un solo istante provato vergogna nel vestire la tua pelle e le tue corrotte parole,
per aver trascorso la vita nella vile ingordigia piuttosto che negli affetti,
per aver predicato religioni che poi non sei stato capace di mettere in atto,
per essere stato ipocrita con te stesso, prima che col prossimo,
per esserti appropriato del denaro destinato al povero bimbo o per aver sottaciuto l’azione corrotta, dipingendo sul tuo nome l’ombra del peggior reato,
per non aver respirato ogni attimo secondo onestà, rettitudine, onore, rispetto, altruismo e Dignità.
F.P.